Il 5 e il 6 maggio 2023 si sono riuniti a L’Aquila molti esperti italiani delle malattie del fegato.
Le premesse (come riportato dall’agenzia Kronos) sono piuttosto allarmanti perché le malattie del fegato sono in severo aumento.
Vorremmo evitare di parlare della crescita della cirrosi epatica e del carcinoma del fegato, evidenziate quasi a simbolo di questo congresso, il cui comitato organizzatore prevede evoluzioni drammatiche della numerosità di queste patologie nel corso dei prossimi 10 anni.
Il focus del congresso, coordinato dalla professoressa Clara Balsano, è stato posto infatti sul cosiddetto “fegato grasso” o steatosi epatica.
Il termine comunemente usato in ambito scientifico per questa malattia è NAFLD (Non Alcoholic Fatty Liver Disease) quando le transaminasi sono ancora controllate, o NASH (Non Alcoholic Steato Hepatitis).
Si è a lungo pensato che il fegato grasso dipendesse dall’eccesso di calorie e in particolare di grassi.
Oggi sappiamo che dipende invece dagli eccessi di zuccheri e che quando si parla di zuccheri ci si riferisce in particolare al fruttosio, presente nello zucchero da tavola e ovviamente nella frutta, nei succhi e nel miele. Inoltre è presente anche in numerosi prodotti di dolcificazione, come nello HFCS (sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio) ormai diffusamente usato anche in Europa per le preparazioni dolciarie.
Ne parliamo oggi perché sta crescendo la consapevolezza sociale e scientifica su questa malattia, che predispone specificamente all’evoluzione verso la cirrosi o il tumore epatico.
Il gruppo GEK Lab lavora da anni su questi temi e studia in modo specifico la glicazione che è alla base dello sviluppo della steatosi.
L’articolo “Fegato grasso e steatosi epatica: è colpa degli zuccheri e la loro riduzione fa guarire il fegato“ descrive come una semplice dieta di controllo degli zuccheri sia in grado di aiutare l’organismo al ripristino del proprio stato fisiologico.
L’uso di valutazioni precise dello stato di glicazione con il test PerMè o con il Glyco Test consente di misurare gli effetti degli zuccheri nell’organismo e di modificare il modo in cui li si usa per prevenire e curare la steatosi epatica.
A cura della Redazione Scientifica GEK Lab