Soffrire di mal di testa e in particolare di emicrania, può avere un impatto significativo sulla qualità della vita. Questi disturbi, soprattutto se in forma cronica, possono essere debilitanti e complessi da gestire. Tuttavia, nel corso degli ultimi anni, è diventata sempre più evidente una connessione tra mal di testa e alimentazione.
Per lungo tempo si è ritenuto che il solo legame tra cibo e mal di testa fosse da attribuire agli effetti scatenanti di cioccolato, vino, formaggi e alimenti contenenti glutammato. Tuttavia, oggi si sa con certezza che l’assunzione eccessiva e ripetuta di determinati alimenti che fanno parte delle proprie abitudini alimentari, può provocare un’infiammazione a carico dei tessuti nervosi.
Studi recenti hanno esaminato come l’infiammazione sistemica, innescata per esempio da alimenti ricchi di zuccheri semplici o glutine, possa influenzare l’insorgenza e la persistenza dei mal di testa.
Quando l’emicrania e il mal di testa sembrano non avere cause chiare, esplorare l’infiammazione causata dagli alimenti e dagli zuccheri può aiutarci a comprendere l’origine del disturbo e contribuire alla sua risoluzione.
Quando insomma l’emicrania e il mal di testa sembrano non avere cause chiare, esplorare l’infiammazione causata dagli alimenti e dagli zuccheri può aiutarci a comprendere l’origine del disturbo e contribuire alla sua risoluzione.
Questi risultati mettono in evidenza l’importanza di un approccio olistico a quelle forme di emicrania o di cefalea di cui si fatica a trovare una causa specifica attraverso le analisi prescritte abitualmente.
Relazione tra mal di testa e infiammazione
La relazione tra mal di testa e alimenti che possono contribuire all’infiammazione è già stata ipotizzata fin dal 2001, quando una ricerca britannica pubblicata sulla rivista Neurology aveva verificato in un gruppo di persone celiache che soffrivano anche di mal di testa, che questo era legato ad una lieve ma persistente condizione di infiammazione dei tessuti nervosi e dipendeva strettamente dalla introduzione di sostanze alimentari contenenti glutine.
Nel novembre 2019, una review sistematica pubblicata sul Journal of Headache and Pain ha evidenziato come le modifiche dietetiche possano giocare un ruolo chiave nella gestione del mal di testa e dell’emicrania. Lo studio suggerisce che una dieta chetogenica, come le sue varianti, può avere un effetto neuroprotettivo e ridurre la neuroinfiammazione, un fattore importante nel mal di testa cronico e ricorrente.
Per questi motivi gli autori hanno anche suggerito un possibile ruolo svolto da diete in grado di controllare l’infiammazione e dalla riduzione degli zuccheri, elementi noti come “trigger” di cefalea ed emicrania.
La connessione tra l’infiammazione sistemica e l’emicrania è stata ulteriormente evidenziata nel 2021 da Attilio Speciani. Nella pratica clinica è stato notato come condizioni diverse, tra cui la tiroidite, la sindrome del colon irritabile e l’emicrania, potrebbero avere alla base una sensibilità comune al glutine di tipo non celiaco. Infatti, quando la colite o la sindrome del colon irritabile vengono gestite con una dieta personalizzata, si verifica anche una diminuzione della frequenza e dell’intensità dell’emicrania.
Una dieta personalizzata per gestire mal di testa ed emicrania
La ricerca scientifica più recente mostra dunque quanto una corretta alimentazione potrebbe rappresentare una strategia efficace per gestire mal di testa ed emicrania. In particolare, l’adozione di una dieta personalizzata, che elimini o riduca gli alimenti evidenziati dal profilo alimentare individuale e che assunti ripetutamente causano infiammazione (come ad esempio potrebbero essere glutine e zuccheri semplici) può avere un impatto significativo sulla frequenza e l’intensità dei sintomi.
I test Recaller e PerMè Test sono particolarmente indicati per studiare queste correlazioni perché misurano le citochine infiammatorie che le ricerche scientifiche più recenti hanno collegato alle condizioni infiammatorie sistemiche legate agli alimenti.
Riconoscere e affrontare la connessione tra infiammazione, alimentazione e mal di testa può aprire la strada a nuove opzioni di trattamento che non si limitino all’uso di farmaci. Inoltre, offre la prospettiva di una maggiore personalizzazione delle cure, dando il potere ai pazienti di partecipare attivamente alla gestione della propria salute.
In conclusione, è importante non sottovalutare il ruolo cruciale che una corretta alimentazione può svolgere nel controllo di diverse forme di mal di testa. La consapevolezza di questa connessione può aprire nuove opportunità per trattare un disturbo che affligge milioni di persone in tutto il mondo, offrendo prospettive di trattamento innovative che mettono l’individuo al centro del processo di guarigione.
A cura della Redazione Scientifica GEK Lab
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